NADIR AFONSO

IN ITALIA

DESCRIZIONE

Dal 18 luglio al 30 settembre 2012 si è tenuta al Museo Carlo Bilotti di Roma la mostra NADIR AFONSO. ARCHITETTO, PITTORE E COLLEZIONISTA, a cura di Stefano Cecchetto.

La mostra è patrocinata dal Museu da Presidencia da Republica di Lisbona e dall’Ambasciata del Portogallo a Roma. Oltre alla produzione pittorica dell’artista portoghese, la mostra romana vuole porre l’attenzione sull’attività di collezionista di Nadir Afonso, esponendo anche opere degli amici artisti con i quali ha lavorato. Tra questi Pablo Picasso, Max Ernst, Candido Portinari, Giorgio de Chirico, Max Jacob, Fernand Legér.

La mostra ricostruisce, intorno alla figura di Afonso quale artista amico degli artisti, quel periodo storico che è il secondo Novecento, momento in cui la confluenza tra i generi e lo scambio intellettuale è certamente il motore di una rinnovata vitalità dell’arte. Le opere scelte, legate al clima barocco della città e alla poetica metafisica, intendono approfondire la lezione dechirichiana che ha molto influenzato l’espressionismo dell’artista.

L’occasione per rendere omaggio a questo artista, alla sua opera e alle sue frequentazioni culturali, prende corpo due anni fa per volontà della Fondazione, istituita dall’artista stesso, per celebrare i suoi novant’anni con una serie di mostre a livello internazionale. Dopo Parigi, Rio de Janeiro e Lisbona, Roma rende omaggio a questo incredibile e poliedrico artista.

A seguire Venezia, una seconda mostra italiana che, in occasione della Biennale Architettura, metterà in risalto la figura di Nadir Afonso quale architetto e artista, e la sua collaborazione con due grandi architetti: Le Corbusier e Oscar Niemeyer.

L’obiettivo principale di questa mostra a Roma è soprattutto quello di mettere in luce il lavoro contemporaneo dell’artista. Partendo dalla produzione degli ultimi dieci anni, le opere di Nadir Afonso trasmettono la forza di un segno innovativo che travalica gli schemi dei movimenti artistici, per esplorare un nuovo linguaggio delle forme.

Le città di Nadir Afonso si presentano come l’apparizione di un’architettura in divenire e sembrano emergere da una realtà apparentemente cancellata e pur affiorante negli schemi di strutture diagonali, linee rette e poi ondulate nei differenti cromatismi, dove l’intimità raccolta della visione si espande alla ricerca di uno spazio nuovo, più ampio e organizzato. Tra le numerose opere di questo ultimo periodo saranno esposte in mostra, tra le altre: Florença del 2006 dove la città toscana appare immersa nei cromatismi del rosso e sembra costruita su un’iperbole; Kuala Lumpur del 2008, che emerge come un’apparizione dal gioco dei vorticismi cromatici; Toronto del 2007, dove la struttura della composizione è sospesa nello spazio; e Citade Incerta del 2010, dove la poetica del segno sembra costruita nella prospettiva di una geometria evanescente.

È proprio in queste opere recenti che si rivela la forza e la determinazione dell’artista a proseguire una ricerca personale sulla riscoperta e l’applicazione di un nuovo linguaggio metafisico.

Dal 30 agosto all’ 11 novembre 2012 si è tenuta a Venezia presso la sede dell’Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti a Palazzo Loredan, la mostra NADIR AFONSO. DALL’ESTETICA SURREALISTA ALLA CITTÀ CROMATICA. Organizzata da Comediarting srl in collaborazione con Traço- Traço, a cura di Stefano Cecchetto in collaborazione con Fondazione Nadir Afonso.

L’occasione per rendere omaggio a questo artista, alla sua opera e alle sue frequentazioni culturali, prende corpo due anni fa per volontà della Fondazione, istituita dall’artista stesso, per celebrare i suoi novant’anni con una serie di mostre a livello internazionale. Dopo Parigi, Rio de Janeiro e Lisbona e Roma, Venezia rende omaggio a questo incredibile e poliedrico artista.

La mostra espone un percorso che inquadra il lavoro di Nadir Afonso partendo dalle opere legate al periodo che va dagli anni quaranta agli anni sessanta fino ad arrivare ai quadri più recenti che interpretano il tema della città e la sua visione cromatica.

La prima parte dell’esposizione presenta le opere più legate alla fase Surrealista dei primi anni ’40, influenzata dal soggiorno dell’artista a Parigi e dalla frequentazione e l’amicizia con gli artisti di quel Movimento, per procedere poi con il periodo pre-geometrico e barocco dei primi anni ’50 che scaturisce dall’esercizio dell’architettura. Questi dipinti, spesso trattati con un gusto mordente nei diversi cromatismi, lasciano pensare a una soluzione Spazialista affidata più al gioco dello scambio tra toni e colori e ad un piacere personale dell’artista che si diverte nell’invenzione dei piani prospettici. Ma anche qui, anche nel gioco della composizione, l’artista rinuncia all’evasione marginale, agli schemi precostruiti, alle transitorie ideologie pittoriche per ritrovare il gusto di un rinnovato impegno che lo conduce verso l’espressionismo di un linguaggio assolutamente personale.

Ma il corpo centrale dell’esposizione mira soprattutto a mettere in luce il lavoro contemporaneo dell’artista. Partendo dalla produzione degli ultimi dieci anni, le opere di Nadir Afonso trasmettono la forza di un segno innovativo che travalica gli schemi dei movimenti artistici, per esplorare un nuovo linguaggio delle forme.

Le città di Nadir Afonso si presentano come l’apparizione di un’architettura in divenire e sembrano emergere da una realtà apparentemente cancellata e pur affiorante negli schemi di strutture diagonali, linee rette e poi ondulate nei differenti cromatismi, dove l’intimità raccolta della visione si espande alla ricerca di uno spazio nuovo, più ampio e organizzato.

Tra le numerose opere esposte l’artista presenta il suo omaggio a Venezia con tre dipinti realizzati nei differenti periodi: Le Grand Canal II del 1957 dove la prospettiva della veduta è distribuita in un gioco di forme che evocano lo skyline veneziano; Campos de San Zanipolo del 1965 che sviluppa il profilo delle architetture nel fascino dei cromatismi severi del blu e del nero e Procissão em Veneza del 2002 dove Piazza San Marco emerge come un’apparizione dal gioco dei vorticismi cromatici. Ed è proprio in queste opere recenti che si rivela la forza e la determinazione dell’artista a proseguire una ricerca personale sulla riscoperta e l’applicazione di un nuovo linguaggio metafisico.

La mostra, realizzata in occasione della Biennale Architettura, inquadra anche la figura di Nadir Afonso architetto e mette in luce la sua collaborazione con due grandi protagonisti dell’architettura moderna internazionale: Le Corbusier e Oscar Niemeyer con i quali Nadir Afonso ha lavorato nel periodo degli anni quaranta e cinquanta, prima a Parigi e poi a Rio de Janeiro.

TAPPE

ITALIA. Venezia, Palazzo Loredan. 30 agosto – 11 novembre 2012

ITALIA. Roma, Museo Carlo Bilotti. 18 luglio – 30 settembre 2012